Viaggio nell’Alta Murgia, tra luoghi incantati e borghi deliziosi (ITA-ENG)

Questo itinerario prevede la scoperta di alcuni dei luoghi più belli dal punto di vista naturalistico del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, immersi nel silenzio e nella bellezza spesso poco apprezzata dei paesaggi murgiani e lontano dai rumori e dal caos delle città. Il percorso inizia sempre da una visita del centro di Corato prima di muovere verso il Castel del Monte e poi addentrarsi nell’esplorazione di luoghi sorprendenti.

Nota bene: si consigliano, dovendo spesso spostarsi su terreni non asfaltati, scarpe ed indumenti comodi.

(fonte: coratoviva.it)

Corato è una città fondata ufficialmente nell’ XI secolo dai Normanni e sospesa tra Murge e costa. Si parte da Piazza Sedile, un tempo centro della vita cittadina e sede del “seggio”, ovvero della giustizia, come testimonia il Palazzo della Pretura, restaurato in stile neoclassico. Proprio in questa piazza si riuniva il parlamento locale e vi si sono svolte le assemblee ed il mercato sino al termine del XIX secolo. A dominare lo slargo c’è l’ottocentesco Palazzo Gioia, isolato dagli edifici circostanti e che secondo la leggenda è stato edificato sul luogo dove sorgeva il castello medievale cittadino. La costruzione, oggi di proprietà del comune, presenta ben visibile ai lati di uno dei portali una stadera, bilancia che, oltre ad essere simbolo della famiglia Carafa, antichi feudatari della città, stava a rappresentare l’equità della giustizia ed il commercio, attività praticate nella piazza. Proseguendo lungo via Roma si incontrano, a poca distanza l’uno dall’altro, due importanti edifici: Palazzo Catalano e Palazzo De Mattis. Il primo, realizzato dal Faber Catalanus nel 1598 secondo quanto riporta un’iscrizione, è degno di nota per i mascheroni scolpiti sullo spigolo del pianterreno che rappresentano volti umani con espressioni caricaturali e che probabilmente avevano la funzione di tenere lontani gli spiriti maligni, mentre il secondo è particolare per il bugnato a punta di diamante che gli è valso il soprannome di “palazzo delle pietre pizzute”, ed è stato verosimilmente realizzato sul modello dell’attuale Pinacoteca di Ferrara (Palazzo dei Diamanti), città alla quale Corato era legata dalla presenza di Lucrezia Borgia, moglie del duca Alfonso d’Este e Duchessa di Bisceglie. Imboccando via Duomo, una delle principali arterie del centro, si trova la Chiesa Matrice, luogo di culto edificato nel XII secolo e che per lungo tempo ha avuto un ruolo primario nella vita religiosa cittadina: la chiesa ha subito varie modifiche, dovute in particolare al terremoto del 1627 che l’aveva danneggiata fortemente; l’esterno conserva comunque, seppur in parte, la struttura originaria con il portale decorato con motivi floreali e sormontato da una lunetta in cui sono scolpite nella pietra le figure della Madonna, di Gesù e di San Giovanni Evangelista. Alla destra del portale appare una lastra rettangolare di cui si intravede la decorazione raffigurante il tema iconografico medievale e bizantino dell’ascensione al cielo di Alessandro Magno, mentre in corrispondenza della navata sinistra si trova il campanile articolato su quattro livelli. L’ultima tappa coratina è rappresentata da Piazza Cesare Battisti, dominata dal Palazzo di Città, la cui costruzione risale al XV secolo e originariamente ospitava un convento francescano di cui conserva ancora il chiostro, prima di essere adibito a municipio nel 1866. Nella piazza è presente anche l’ottocentesco Palazzo Addario, edificio neoclassico caratterizzato da ampi balconi (dieci, cinque per ogni piano) e dal portale con colonne in pietra ai lati, mentre la chiesa di Maria SS. Incoronata, situata accanto al Municipio, è sorta nel XVII secolo su una struttura preesistente proprio grazie ai frati e faceva parte dell’allora convento. Altri luoghi d’interesse sono il Teatro Comunale, inaugurato nel 1874, che recentemente è stato restaurato ed è tornato ad ospitare eventi di una certa caratura, oltre alla Statua bronzea dedicata a Matteo Renato Imbriani, deputato campano promotore della realizzazione dell’Acquedotto Pugliese.

(fonte: goitalytours.com)

Tramite la SP103 e poi imboccando la SP234si giunge dopo circa 17 km al Castel del Monte, affascinante monumento annoverato tra i più celebri d’Italia, che si staglia maestoso in cima ad una collina nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia e domina tutta la zona circostante. Il castello, perfetto mix di elementi classici, islamici e gotici, ha spesso incuriosito per via della sua forma ottagonale che lo rende unico in Puglia e che racchiude un alone di mistero: le sue proporzioni e geometrie rievocano simboli che testimoniano l’educazione umanistica di Federico II di Svevia, che lo fece edificare nel 1240. Il castello si articola su due piani e vi si accede da un portale posto al termine di due rampe costruite nel secolo scorso. È ancora meraviglioso nonostante abbia perso parte dei vivaci colori originari dovuti alla costruzione con breccia corallina, pietra calcarea e marmi. C’è ancora incertezza su quale fosse la destinazione d’uso di Castel del Monte: una suggestiva ipotesi parla di un centro benessere, per via dei sistemi di canalizzazione e raccolta di acqua ritrovati, mentre a causa della forma che ricorda una corona i più pensano che si trattasse di un’ulteriore affermazione del potere imperiale.

(fonte: pugliareporter.com)

Proseguendo in auto in direzione Spinazzola per circa un quarto d’ora, con un breve tragitto su una strada sterrata, si può scoprire la bellissima Cava di Bauxite, ancora poco frequentata dai turisti (per il momento). Tra gli anni Cinquanta e Ottanta del secolo scorso questa era un’importante sede di estrazione della particolare roccia, che poi veniva imbarcata verso le fonderie venete di Marghera ed utilizzata nel processo per l’ottenimento dell’alluminio. Sul finire del secolo scorso la bauxite è stata sostituita da materiale più economico e così nella cava è cessata l’attività estrattiva. In questo luogo suggestivo, in cui si mescolano mille sfumature di rosso, rosa e arancione, è possibile apprezzare in piena tranquillità lo spettacolo delle alte pareti di roccia che sembrano unirsi al cielo.

(fonte: bridgetrad.it)

Sempre in territorio di Spinazzola si trova un maestoso ponte ferroviario in pietra costruito sul finire dell’ottocento e che è ancora perfettamente conservato, dato che fino al 2011 apparteneva alla linea che collegava Gioia del Colle a Rocchetta Sant’Antonio. Il ponte, da allora inutilizzato, è oggi meta di escursionisti, seppur sporadici, ma una breve visita per ammirare questo gigante integrato perfettamente tra i campi e le colline circostanti, per chi si trova in zona, è d’obbligo. Il Ponte dei 21 archi deve il nome alle ventuno arcate a tutto sesto che si sviluppano lungo tutti i suoi 250 metri di lunghezza e 15 d’altezza. Attenzione, però: per poterlo ammirare da vicino c’è bisogno di camminare per qualche decina di metri sui terreni arati.

(fonte: appost.info)

Dopo la cava ed il Ponte dei 21 archi, semmai vi fosse venuta fame, il borgo di Spinazzola, con i suoi numerosi ristorantini tipici, è il luogo che fa per voi: non perdete l’occasione di assaggiare la celebre salsiccia a punta di coltello, insaccato derivante dall’antica tradizione realizzato con le parti pregiate del suino tagliate a cubettini senza l’utilizzo della macchina. Al termine della degustazione esplorate il delizioso borgo antico, che conserva i resti della cinta muraria medievale, ricco di stradine, vicoli e piazzette. Spiccano al suo interno l’ospedale templare del XII secolo, primo nel suo genere in tutta la Puglia e oggi annoverato tra i “Luoghi del cuore” del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), oltre alla Chiesa Madre dedicata a San Pietro Apostolo, dove nel 1615 fu battezzato il nobile Antonio Pignatelli, futuro papa Innocenzo XII. Per le sue caratteristiche, il borgo spinazzolese sta diventando un gettonatissimo set cinematografico, sulla scia del celebre film “Tolo Tolo” di Checco Zalone.

(fonte: imaginapulia.com)

Lambendo il piccolo borgo di Poggiorsini si può osservare in lontananza una rocca, in cima alla quale sembrano mimetizzarsi i resti di un castello, che proprio per questo si è guadagnato l’appellativo di “invisibile”: il Castello del Garagnone, fondamentale un tempo per controllare, dall’alto, tutta la zona circostante. Molto probabilmente lo stesso Federico II di Svevia fece modificare questo castello normanno per poter meglio difendere la via che collegava Castel del Monte a Gravina e gestire i traffici fra entroterra e mare. Distrutto quasi completamente in seguito al terremoto del 1731, i ruderi del Garagnone continuano oggi ad affascinare, anche per la vista mozzafiato della quale si può godere dalla sua posizione privilegiata.

(fonte: lostradone.it)

Il percorso continua alla scoperta di un altro luogo dall’importantissimo valore storico all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: la Necropoli di San Magno. Situata in territorio coratino, l’area contiene un centinaio di tombe a tumulo risalenti all’Età del bronzo (VII-VI sec. a.C.), nelle quali sono stati rinvenuti oggetti in ferro e bronzo, oltre a vasellame e braccialetti a filo doppio. A poca distanza dalla necropoli si trova la Chiesetta Neviera di San Magno, citata in documenti già all’inizio del XII secolo. Realizzata con malta (miscela di calce/cemento, acqua e sabbia) e pietre irregolari, la chiesa sorge tra una masseria ottocentesca ed una quercia secolare, sembra sprofondare nel terreno ed è sovrastata da un particolare campanile in tufo.

(fonte: aipilieridibagnoli.it)

Prima di lasciare il Parco è degno di una visita Jazzo Tarantini, esempio di architettura rurale in pietra, che sin dall’epoca romana era una località idonea a sosta e ricovero di pecore e pastori durante la transumanza, ovvero le classiche migrazioni stagionali. Lo jazzo è un ampio recinto rettangolare diviso in scompartimenti, dotato lateralmente degli ambienti destinati a stalla (i lamioni) e delle abitazioni dei lavoratori. Interessante è anche il vagno, vasca nella quale venivano lavate le pecore per prepararle alla tosatura.

(fonte: batmagazine.it)

L’itinerario si conclude a Ruvo di Puglia, in età romana importante stazione (Rubi) sulla via Traiana nel tratto che portava da Canosa a Bitonto e nel 2018 nominata dalla regione Puglia “Città d’arte”, grazie alla presenza di edifici e complessi di rilevanza storico-artistica. Fiore all’occhiello della cittadina è la Concattedrale di Santa Maria Assunta, conclusa nel XII secolo, in cui si fondono elementi del gotico-svevo e del romanico pugliese. La facciata a capanna presenta tre portali sormontati da altrettanti archi sorretti da colonne, che rispecchiano le tre navate interne; impreziosiscono la facciata il rosone rinascimentale e la bifora con bassorilievo dell’Arcangelo Michele. All’interno si trovano diverse opere d’arte tra le quali la statua in legno del patrono San Biagio, risalente al XVI secolo, mentre nel tesoro è possibile ammirare diversi manufatti in argento come la statua di San Rocco, opera del famoso artista napoletano Giuseppe Sammartino. Il campanile (oggi, dopo alcune modifiche, alto all’incirca 37 metri), è di costruzione precedente rispetto alla cattedrale, e in origine aveva funzione difensiva e di vedetta. Alle spalle della cattedrale si trova la Grotta di San Cleto, suggestiva cisterna di epoca romana situata all’interno dell’ipogeo della chiesa del Purgatorio, che probabilmente un tempo era utilizzata per l’approvvigionamento idrico della città; agli albori del Cristianesimo, come testimoniano i numerosi cunicoli utili per la fuga, la grotta fu rifugio per i fedeli ruvesi, qui riuniti per le celebrazioni proprio da San Cleto, primo vescovo della città. Addentrandoci per una passeggiata nelle viuzze del centro storico, tra le tante residenze rinascimentali troviamo Palazzo Caputi, che oggi ospita il Museo del Libro e Casa della Cultura, il quale in quindici sale raccoglie opere librarie antiche (oltre 20.000 volumi), nonché libri multimediali. A poca distanza spicca una torre, costruita nel 1604 e modificata nel 1870 con l’installazione dell’orologio che le ha dato il nome, per l’appunto, di Torre dell’Orologio: in cima si trovano due campane che rintoccano ogni quarto d’ora, mentre sul basamento è presente un’epigrafe del 239 d.C. dedicata all’imperatore Gordiano III. Per gli amanti dell’arte antica è assolutamente consigliata la visita al Museo Jatta, nel quale sono conservati oltre duemila reperti archeologici provenienti da corredi funerari databili tra il VI ed il III secolo a.C. Il pezzo forte del museo sono i vasi, tra i quali spicca il vaso di Talos (V sec. a.C.), raffigurante l’uccisione del gigante omonimo, custode dell’isola di Creta, per mano della maga Medea e degli Argonauti. Nelle vicinanze del museo, all’interno dell’ex convento domenicano Madonna delle Grazie, è possibile visitare la Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea, gioiello ricco di documenti storici e fotografie.


This itinerary proposes the discovery of wonderful places on a naturalistic level inside Alta Murgia National Park, surrounded by silence and beauty and, above all, far from the chaos of the cities. The route starts from a visit of Corato’s old town before moving towards Castel del Monte and then exploring the wild nature.

Please note: we suggest comfortable shoes and clothes, because of the presence of unpaved roads.

Corato is a town founded in the 11th century by the Normans and located between Alta Murgia National Park and the coast. The first stop is in Piazza Sedile, once the heart of the town life and location of the “seggio”, that is the justice, as witnessed by Palazzo della Pretura (District Court), restored in neoclassical style; in this square the local parliament used to meet and also the market took place until the end of the 19th century. The wonderful Palazzo Gioia, today owned by the municipality, dominates the yard, and according to the legend was built on the place where in origin was located the medieval city castle. On the left of the main gate you can see a steelyard, symbol for the House of the Carafa, who once ruled the city, and that also represented fair justice and commerce, main activities practiced in the square. Walking along via Roma you can find two of the most important buildings of Corato: Palazzo Catalano and Palazzo De Mattis. The former, realized by Faber Catalanus in 1598, as an inscription explains, is remarkable because of the caricature masks carved on its edge, which had the purpose to remove evil spirits, while the latter has stones with diamond points covering the whole first level, which is why has been surnamed “palazzo delle pietre pizzute” (the sharp stones building). It was very likely modelled on Palazzo dei Diamanti, located in the city of Ferrara, connected to Corato by Lucrezia Borgia, married with the Duke Alfonso d’Este and at that time Duchess of Bisceglie. Turning onto via Duomo, one of the main streets in Corato, after a few metres stands Chiesa Matrice, built approximately in 1139, that for a long time has had a key role in the town’s religious life: the church has undergone changes and renovations over the centuries, especially after the earthquake occurred in 1627, which had heavily damaged it. On the outside, the church still has some of the original characteristics, like the portal ornamented with floral motifs and surmounted by a lunette featuring the statues of Jesus Christ, the Virgin and St.John the Baptist. On the right side of the portal, it’s possible to glimpse a rectangular plate representing Alexander the Great’s flight to heaven, a typical Medieval and Byzantine iconography, while in correspondence of the left aisle stands the four-levels bell tower. The visit of Corato ends in Piazza Cesare Battisti, dominated by the Town Hall dating from the 15th century and that at the beginning was a Franciscan convent, of which remains the cloister. The building changed its use in 1866. Opposite the Town Hall there is Palazzo Addario, built in the 19th century with a pretty neoclassical façade and characterized by large balconies (ten, five on each floor) and the portal surrounded by two stone columns. Next to the Town Hall, on the place where there was an ancient paleochristian basilica, in the 17th century was built, thanks to the friars, the church of Maria SS.Incoronata, which initially was integral part of the convent. Other places of interest in Corato are the City Theatre, inaugurated in 1874, recently restored and reopened, and the Bronze statue of Matteo Renato Imbriani, commemoration of the Member of Parliament who promoted the building of the local aqueduct.

From Corato, riding along the SP103 and the SP234, after approximately 17 km you arrive at Castel del Monte. This fascinating monument, counted among the most famous in Italy, rises on a rocky hill in Alta Murgia National Park and dominates all the surrounding countryside. The castle is a perfect mix of cultural elements from classical antiquity, northern Europe and the Muslim world; its form is unique, consisting in an octagonal plan with octagonal towers at each angle, representing a search for perfection typical of the humanistic education received by Frederick II, who ordered the construction in 1240. Castel del Monte, divided into two floors, each one with eight rooms, was built with coral breach, limestone and marbles: it’s still amazing even if has lost the original bright colours. The initial function of the castle is still uncertain, but for many historians it was just a defensive fortress and another symbol of Frederick’s power because of its crown-shaped form.

Driving in the direction of Spinazzola for about 15 minutes, with a short final section on a gravel road, the amazing bauxite quarry appears, not so frequented by tourists yet. Between 1950 and 1978 this was a very important site and source of income for Apulian economy: the raw material was dug out and then shipped to Marghera foundries, where the aluminium was extracted. At the end of the 20th century, less expensive raw material imported from Africa substituted bauxite and the quarry was closed, but not covered over. What remains today is a suggestive place, in which shades of red, pink and orange combine and where it’s possible to admire in peace and quiet the marvellous sight of the high rock walls blending with the sky.

Remaining in the territory of Spinazzola you can find the Ponte dei 21 archi (21 Arches Bridge), named after the twenty-one round arches that develop over the entire 250 metres length. The stone bridge was built at the end of the 19th century and is still in perfect conditions: until 2011 it was part of the railway line connecting Gioia del Colle and Rocchetta Sant’Antonio. Since then, the bridge has been abandoned and today is a popular destination for hikers, who love to visit this “giant” perfectly mingled with the surrounding hills. Be careful: to admire the bridge closely you need to walk for a couple minutes on tilled fields.

After visiting the quarry and the bridge, you may be hungry: the borgo of Spinazzola, with its several traditional restaurants, is the place you need. So, don’t miss the opportunity to taste the famous salsiccia a punta di coltello, sausage made with small pieces of the pork cut without using machinery (just knife).  With a filled and satisfied stomach, it might be time to explore the charming old town, which contains the remains of the ancient medieval walls and is full of narrow streets and small squares. Inside the old town is remarkable the 12th century Templar’s Hospital, the first in Apulia to take care of pilgrims and knights heading for (or returning from) the Holy Land. Another important site is the Chiesa Madre di San Pietro Apostolo (Mother Church dedicated to St. Peter the Apostol), where in 1615 was baptized the noble Antonio Pignatelli, the future pope Innocent XII. Thanks to its features, the borgo is becoming a very popular filming location: in 2019 were filmed some scenes of the comedy “Tolo Tolo” directed by Checco Zalone, the fifth highest-grossing film of all time in Italy.

Passing by the small village of Poggiorsini you can observe a fortress in the distance, completely camouflaged into the landscape and for this reason denominated “the invisible castle”: we are talking about the Castello del Garagnone, which once was really important to control, because of its position, all the surroundings. It’s likely Frederick II commissioned modifications to this Norman building to better defend the way between Castel del Monte and the town of Gravina, apart from managing the trades between inland and coast. Partly destroyed due to the earthquake of 1731, the Rocca del Garagnone today continues to fascinate, also thanks to the stunning view you can enjoy at the top.

The route continues to discover another place with a huge historical value, located inside Alta Murgia National Park and more specifically in the territory of Corato: we’re talking about the San Magno Necropolis. In the area there are about one hundred burial mounds dating from the Bronze Age (600-500 BC), in which were found bronze and iron objects, vases (fragmented) and bracelets. Near the necropolis, there is the Chiesetta Neviera di San Magno, a small church already mentioned in documents at the beginning of the 12th century. Made with mortar (mixture of sand, water and cement) and irregular stones, the building, which rises between a 19th century masseria and an old oak tree, seems to sink in the ground and is surmounted by a particular bell tower in tuff stone.

Before leaving the National Park, is worth the visit Jazzo Tarantini, great example of rural architecture that since Roman times was used as a refuge for sheep and shepherds during transhumance, the traditional seasonal movements of livestock. The jazzo is a wide rectangular enclosure made with stones, which is divided in several compartments and on the sides has premises used as stables (lamioni) and accommodations for workers. Another interesting feature is the vagno, a pool in which sheep were cleaned to be ready for shearing.

The itinerary ends in Ruvo di Puglia (formerly Rubi), located along the Roman highway via Traiana on the stretch between Canosa and Bitonto. In 2018, the town was recognized by Apulian region “Città d’arte” (City of Art), for the several buildings and architectural complexes of great artistic and cultural relevance. The symbol of Ruvo is the Cathedral (Concattedrale di Santa Maria Assunta), built between the 12th and 13th centuries, in which there is a mixture of gothic and Apulian Romanesque features after all the alterations that the Church has suffered over its history. The gabled façade has three portals flanked by columns, and reflect the three-aisled interior; the 16th century rose window and the double mullioned window (bifora) with a bas-relief of the “Archangel Michael defeating the Evil” embellish the façade. Inside the Catheral are kept several artworks, among which you can find the wooden statue of Ruvo’s patron San Biagio, dating back to the 16th century, while in the treasure is possible to admire plenty of silver artefacts like the statue representing San Rocco, attributed to the famous Neapolitan artist Giuseppe Sammartino. The bell tower originally had a military function and was already in existence when the Cathedral was built: today, after several modifications, it is 37 metres tall. Behind the Cathedral can be found the Cave of San Cleto, a suggestive Roman cistern located inside the hypogeum of the church of the Purgatory, and that probably was initially used as urban water supply system. Furthermore, as witnessed by many escape tunnels, the cave was a shelter for the first Christians of the town, who came here to attend celebrations held by the same San Cleto, first bishop of the city. Moving deeper into the alleys of the old town, among the many Renaissance-style buildings, stands out Palazzo Caputi, which today houses the Museo del Libro e Casa della Cultura (Museum of the Book and House of Culture). The Museum collects, in fifteen rooms, ancient books (more than 20000 volumes) as well as multimedia books. A short distance separates Palazzo Caputi from a tower built in 1604 and modified in 1870 when a clock was installed, and so the tower was named Torre dell’Orologio: at the top there are two bells chiming every quarter of the hour, while the epigraph at the base is dated back to the 3rd century and is dedicated to Roman Emperor Gordian III. For all art lovers is absolutely recommended a visit to the Jatta Museum, where are kept more than 2000 archaeological finds from grave goods (500-300 BC), which are part of a private collection. The main feature of the museum are vases, among which stands the Vase of Talos (400 BC), representing the murder of the giant Talos, guardian of Crete island, killed by sorceress Medea and Argonauts. Near the museum, inside the former Dominican monastery Madonna delle Grazie (Our Lady of Grace) is possible to visit the Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea (Municipal Gallery of Modern Art), a real jewel full of historical documents and photos.

Fonte immagine in evidenza: parcoaltamurgia.gov.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *